L’intervista a Rspp e Aspp

Garantire la sicurezza ai lavoratori nei giorni della pandemia da Coronavirus è un’impresa non da poco. Per capire le mosse della nostra cooperativa abbiamo rivolto alcune domande a Massimo Mezzetti, Rspp (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) e Irene Leoncini, Aspp (addetto al servizio prevenzione e protezione).

Qual è il vostro ruolo in questo delicato momento?

Il nostro obiettivo, non solo adesso, è gestire tutte quelle questioni collegate alla sicurezza e alla salute nei luoghi di lavoro analizzando i possibili rischi e intervenendo nel caso in cui si verifichino situazioni di pericolo.

La valutazione dei rischi è infatti un’analisi sistematica di tutte le lavorazioni che ci consente di individuare i potenziali fattori di rischio e capire quali soluzioni possiamo mettere in campo quando questi si verificano. In questo momento tutto è più complicato perché la diffusione del virus è andata ben oltre le previsioni.

Quando la cooperativa ha iniziato ad informare i dipendenti sul Coronavirus?

Già il 31 gennaio, quando ancora non si credeva fosse un grande problema, ma avevamo individuato l’avvio del fenomeno, abbiamo inviato una prima informativa generica sulle norme igieniche.

Tra febbraio e marzo, poi le informative si sono moltiplicate e, a più riprese, abbiamo inviato ai lavoratori e alle lavoratrici nuove direttive, man mano che la situazione si evolveva. Ancora oggi è tutto in evoluzione costante.

Quali sono le maggiori difficoltà che riscontrate?

Noi addetti e responsabili alla sicurezza siamo consapevoli che il rischio zero nelle aziende non ci potrà mai essere. In questo caso è ancora più difficile perché non è un rischio collegato all’ambiente di lavoro ma che si riscontra ovunque. Ad esempio, noi Rspp e Aspp, sappiamo cosa fare per il rischio causato dal rumore sul lavoro, sappiamo come intervenire per rendere i lavoratori sicuri.

In questo caso, invece, il rischio è ovunque perché ciascuno di noi può essere contagiato dal virus nella sua vita quotidiana e poi attaccarlo a colleghi o utenti. Il nostro impegno va tutto nella direzione di evitare che questo accada nel modo più assoluto. Manteniamo una attenzione altissima per seguire tutte le indicazioni specifiche che ci vengono date e implementandole.

Alcune volte poi è difficile anche arrivare ad una piena collaborazione degli enti appaltanti sul coordinamento e la gestione delle misure da prevenzione e la protezione da intraprendere.

La cooperativa svolge servizi molto diversi. C’è una mansione più esposta delle altre al contagio?

A primo impatto può sembrare che chi lavora a contatto con anziani o persone con fragilità sia più esposto al rischio. In realtà in questo momento tutti lavoratori hanno lo stesso rischio. Non posso infatti definire un operatore più in pericolo di un altro perché tutti possono venire facilmente in contatto con un asintomatico.

Dai primi giorni di marzo tutti i dipendenti sono stati dotati di detergenti sanificanti per mani e superfici, sia per chi lavora nei front office che per chi svolge assistenza domiciliare. Questi ultimi avevano già, ad esempio, guanti e mascherine. Ora i dispositivi sono stati estesi a tutti.

Trovare le mascherine non è stato facile ma siamo riusciti a fare un ordine massiccio tramite più fornitori per garantire una doverosa protezione ai lavoratori. Certo è che servono ordini continui e dobbiamo capire quanto ancora la crisi durerà.

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